Vetro di Murano
Eleganti e sofisticate per il tuo arredo
Murano – vari oggetti.
Quando noi osserviamo un’opera in vetro di Murano, che sia un lampadario o un calice, una scultura o una murrina, dobbiamo sapere che questi oggetti sono la somma di tecniche, opere, invenzioni e fantasie unite da un filo conduttore che va dal Medioevo attraverso il Rinascimento e arriva fino ai giorni nostri.
Si pensa che il vetro sia stato scoperto nell’età del Bronzo in un periodo non preciso. È certo però che il vetro veniva usato fin dai tempi degli Assiri e dei Babilonesi (5000 AC). Tuttavia un primo documento ufficiale che parli del vetro della laguna veneziana risale al 982 DC. Infatti, è attribuita a questa data una stampa che ritraeva un soffiatore di vetro.
Murano, invece, comincia a diventare il fulcro della produzione vetraia verso la fine del XIII secolo. Infatti, nel 1271 viene redatto un primo statuto, chiamato statuto della confraternita dei vetrai o capitolare, contenente i primi regolamenti dell’attività. Queste regole sono imposte dalle autorità della Repubblica Veneziana per tutelare quest’arte e dureranno per secoli, fino alla caduta della Serenissima alla fine del Settecento. Altresì importante è la scelta, nel 1291, di spostare tutte le fabbriche, da Venezia, nella vicina isola di Murano, per impedire così i rischi d’incendi per la città lagunare.
Comincia così un periodo d’ascesa che durerà fino al XVI e che trasformerà la piccola isola di Murano in uno dei principali centri dell’attività vetraria europea,
grazie soprattutto alla disponibilità dei materiali e all’ottima rete distributiva garantita dai potenti mercanti veneziani. Figura di spicco di questo periodo è il Maestro Angelo Barovier. Si deve a lui, infatti, la scoperta del purissimo cristallo, o vetro cristallino. Inoltre grazie a Barovier e agli altri maestri dell’isola vengono scoperte nuove tecniche sia nella produzione sia nella lavorazione.
Nel XVII secolo Murano entra in un periodo di stasi dovuto soprattutto alla mancanza di manodopera decimata dalla peste che affligge la laguna. Ma è con la caduta della Serenissima, nel 1797 che murano conosce una delle prime crisi del settore. I primi segni di ripresa si avranno solo verso la fine del Novecento, le antiche tecniche vengono recuperate ed applicate a nuove idee e fantasie e Murano si avvia a grandi passi verso il XX secolo.
Vengono aperte nuove fornaci che lasceranno la storia di Venezia, tra queste vanno ricordate: il Laboratorio d’Arte Salviati, La Venini e C. e la Cappellin e C. Nel dopoguerra, il vetro muranese inizia un’evoluzione destinata fino ai nostri giorni. Il vetro artistico ha un crescente apprezzamento e diventa una ricca fonte d’esperienza che porta i nomi di personaggi che hanno migliorato il patrimonio tecnico e culturale di Murano, tra i quali Alfredo Barbini, Ercole Barovier e Seguso. Il vetro, con la sua rigidezza dei corpi solidi e la trasparenza dei liquidi, viene ora usato come materiale scultoreo per la creazione d’oggetti unici e particolari che hanno portato il nome di Murano in tutto il mondo.
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